Il centro antico di Castello del Matese, già Castello d’Alife, è fondato su resti di un insediamento sannita, posto strategicamente sulla strada che collegava due delle principali sedi della tribù dei Sanniti Pentri: “Allifae” (Alife) e “Bovianum” (Boiano). Dell’epoca sannitica restano dei brani di mura megalitiche a base della murazione normanna e lungo la mulattiera seicentesca del “muro rotto”, che collegava il borgo con il quartiere San Giovanni a Piedimonte. Dopo le tre guerre sannitiche, che vide questo popolo soccombere ai Romani, la collina perse la funzione strategica di difesa, poiché l’Impero Romano era ormai così esteso da garantire in queste terre, fino ad allora teatro di sanguinose battaglie, un lungo periodo di pace. Le popolazioni tesero quindi ad abitare la pianura alifana, suddivisa secondo le regole della “centuriazione”. Il centro storico è caratterizzato da un tessuto tipicamente medioevale, evidente sia nel tracciato urbanistico che nella presenza delle due torri (il Mastio e la torre piccola) lungo la parte di murazione di epoca normanna: la più piccola presenta una merlatura aggiunta posteriormente, mentre la torre grande rivela nelle sue fondazioni brani delle mura megalitiche preromane. Intorno al XII secolo, dopo che i Normanni ebbero soppiantato i Longobardi e a seguito delle ripetute scorrerie di Saraceni, feroci predoni provenienti dall’Emirato di Bari, ritornò l’esigenza di difendersi. Le fortificazioni trovarono ubicazione in quei siti che già avevano dimostrato la loro efficacia strategica nella difesa del territorio già al tempo dei Sanniti, quindi le nuove difese vennero erette sui resti delle possenti mura megalitiche. Questo periodo coincide con la fondazione della cosiddetta “Terra di Piedimonte”, che aveva il suo cuore nell’attuale quartiere di San Giovanni di Piedimonte Matese, dove era il Palazzo Ducale e la sede del potere amministrativo. Protetto a valle da grandi mura che cadevano a strapiombo sul fiume Torano e sui due lati da profondi e pressoché invalicabili valloni (Vallone del Rivo e Valle dell’Inferno), l’unico punto debole della Terra era a monte, essendo il centro situato ai piedi della collina, per cui passando da Castello sarebbe stato fin troppo facile attaccare la città, da una posizione addirittura favorevole (dall’alto verso il basso). Di qui la necessità di concepire la fortificazione di Castello come difesa di Piedimonte da attacchi provenienti sul versante tra Monte Cila e San Gregorio Matese.
Fonte: "castellodelmateseturismo.gov.it"
Fonte immagine: "panoramio.com"