Nell'estrema curva dell'ansa del Volturno che recinge Capua, sorge il Complesso di Santa Caterina di Alessandria d'Egitto, Vergine e Martire, molto venerata in terra di lavoro (attuale provincia di Caserta) fin dall'antichità. Il culto fu portato qui dai pellegrini provenienti dall'Oriente, forse prima delle Crociate, quando per raggiungere Roma facevano sosta a Capua nei cinque ospizi esistenti, detti comunemente “ospitali”. All'esterno, la facciata della Chiesa è caratterizzata da un doppio ordine di apertura di diversa altezza. La semplice distribuzione ad archi ricorda un po’ l'architettura tipica delle case e delle logge rurali; favoriva l'esigenza funzionale del Convento per l'accesso alla cantoria, la zona superiore della Chiesa, dove si recavano le Suore per i canti giornalieri (sono ancora visibili le grate). Entrando nel portico antistante l'originale tempio del Cinquecento, sulle tre porte di accesso si trovano tre lunette affrescate, di fine del XV secolo, che testimoniano la francescanità del luogo sacro: “La scena della Natività”, cara devozione di San Francesco; “La Sacra Famiglia”, venerata dalla Martire Santa Caterina; “L'Immacolata”, tra i Santi Antonio e Nicola da Talentino. Inoltre, sull'architrave della porta sinistra, troviamo la prova del passaggio di San Bernardino da Siena per Capua, in quanto vi sono i due monogrammi uguali del Santissimo nome di Gesù (devozione bernardiniana) e la data: 1415. La pianta della Chiesa si presenta a tre navate, di cui la centrale ha copertura lignea a capriate, mentre le due laterali sono costituite da volte a crociera. L'altare maggiore è interamente intarsiato alla fiorentina, ricco di marmi pregiati formanti rami e fiori e arricchito da tasselli di madreperla, porfido e lapislazzuli. Ai lati, al di sotto delle lapidi sepolcrali, due bellissime mensole per l'appoggio della sacra suppellettile liturgica. La Cappella del Sacramento è stata edificata con marmi pregiati provenienti dal deposito dell'Episcopio. La mensa per la celebrazione, al centro del presbiterio, è sostenuta da un'antica vasca battesimale del XI secolo. Si rimetterà nella Chiesa anche la bellissima scultura lignea del ‘600, probabilmente scolpita da Antonio Salzillo, artista locale, molto lodato alla corte spagnola durante il periodo della costruzione dell'Escorial di Madrid; pur se annerita dei fumi della distruzione, resta come segno di protezione del poverello sulla città di Capua, bisognosa come sempre di pace e di bene.
Fonte: "capuaonline.it"
Fonte immagine: "panoramio.com"