La Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta è tra le più interessanti dal punto di vista storico ed artistico e fu la prima della città ad essere dedicata alla Vergine. Venne chiamata “della Pietrasanta” perché, all'interno, veniva custodita una pietra con su incisa una croce che, quando la si baciava, procurava l'indulgenza per tutti i peccati. La tradizione vuole che vi sia stato sepolto Papa Evaristo. La pietra, forse di marmo, oggi purtroppo risulta dispersa. La zona di Napoli in cui si erge è quella antichissima della prima fondazione, la stessa che ospitava, si dice, il tempio greco di Iside, la bella Dea dalla pelle nera. L'area della Chiesa, in epoca romana, era un tempio di Diana, che aveva accesso da vicolo della Luna - oggi via del Giudice - e che lascia la sua traccia nel capitello della fonte battesimale. La facciata della Chiesa è addossata a un corpo laterale composto dalla Cappella del Pontano e dalla settecentesca Cappella del Salvatore. Il prospetto si eleva su due ordini, collegati da volute in pietra stuccata: il primo ionico ed il secondo rimasto incompiuto fino al collo del capitello. La parte inferiore presenta una rampa d'accesso che conduce al maestoso portale in marmo bianco, incassonato in un arco cieco, realizzato dallo scalpellino Pietro Sanbarberio. I laterali della Chiesa sono a vista, infatti si notano le volte estradossate del transetto, mentre ai lati dell'intersezione fra i bracci si sviluppano le cappelle; le finestre sono a nudo e inclinate rispetto all'asse orizzontale. L'interno presenta una pianta a croce greca, con cappelle laterali ed una decorazione in stucco con ordine gigante di lesene corinzie. La pavimentazione in maiolica risale al XVIII secolo e fu realizzata da Giuseppe Massa. In una cappella furono collocate sculture di Matteo Bottiglieri. Nella cripta vi sono i resti dell'antica basilica paleocristiana e si conservano i frammenti di un antico mosaico di epoca romana. Nel 2011, gli speleologi hanno rinvenuto nel sottosuolo della Chiesa dei simboli templari, infissi nell'acquedotto sottostante la struttura in oggetto. Sul sagrato dell’edificio di culto si erge il campanile, unica testimonianza della Chiesa primitiva e tra le più importanti e rare strutture medievali della città. Databile al VI secolo, presenta paramento in mattoni, finestre bifore e alla base marmi di spoglio di età imperiale. Oggi, la base del campanile appare più bassa per lo spoglio avvenuto in età imperiale. A causa dell'innalzamento del livello stradale, la base della struttura appare più bassa, ma in età medioevale il grande arco al di sotto del campanile consentiva il passaggio pedonale. Un'antica leggenda racconta che nel largo, adoperato come sversatoio di immondizie, apparisse quotidianamente il demonio sotto forma di cinghiale. La Chiesa fu eretta grazie all'intervento del Vescovo Pomponio, proprio per contrastare il male: testimonianza ne sono le teste porcine (probabilmente materiali di scavo del vecchio tempio di Diana) ancora incastonate nell'architettura. In ricordo della fondazione della basilica, fino al 1625 ogni anno l'Abate di Santa Maria Maggiore faceva omaggio all'Arcivescovo di una porchetta, che veniva ammazzata nel Duomo di Napoli. La Cappella dei Pontano e la Cappella del Santissimo Salvatore presentano pregevoli pavimenti in maiolica riccamente decorati, affreschi ed altari in marmi policromi.
Fonte: "polopietrasanta.it"
Fonte immagine: "polopietrasanta.it"