Le prime notizie della Chiesa-Madre di Quarto, dedicata a Santa Maria “Libera Nos A Scandalis” (liberaci dalle insidie), risalgono al 23 agosto 1243, quando il Vescovo puteolano Pietro la consacrò; di certo, la fabbrica fu eretta sul sito di una cappella più antica. In quello stesso giorno, il vescovo Pietro ed altri prelati campani emanarono una lettera collettiva d'indulgenze a favore dei fedeli che avessero visitato la chiesa dal 1° all'8 maggio, festa di San Michele Arcangelo. Nel primo giorno dello stesso mese, la Chiesa aveva istituito il rito dell'elevazione della Croce di Maggio, affinché si cristianizzasse l'usanza del Calendimaggio, quando un albero fronzuto, simbolo di rigenerazione primaverile, veniva innalzato dai contadini di mezza Europa tra canti e processioni di sapore pagano. Una leggenda, raffigurata in un affresco un tempo visibile nella facciata interiore del muro a man destra dell'ingresso, è legata alla fondazione della Chiesa, riportata in un documento dell'Archivio Storico Diocesano di Pozzuoli. Nel dipinto erano raffigurati un uomo con un falcone e una donna, creduti il Re e la Regina di Napoli, fondatori del tempio per aver adempiuto un voto, essendo sfuggiti agli assalti di un cinghiale nel corso di una battuta di caccia in quel luogo. Gli anni della seconda metà dell'Ottocento furono pieni di fermento per la Chiesa di Santa Maria. Intanto, nel 1882, dopo lunghi ed estenuanti dibattimenti, la Sacra Congregazione del Concilio la aggiudicò definitivamente alla Diocesi di Pozzuoli. Tra il 1862 e il 1899, l’edificio fu interamente ricostruito in più riprese. L'interno si presenta di una estrema semplicità, vivacizzata solo da una decorazione a stucco e oro zecchino negli archi e nella copertura. Questa si eleva sull'unica navata, chiusa dall'abside semicircolare, ed è ripartita in due campate a crociera, poggianti su pilastri corinzi. Lungo la navata si sviluppano otto cappelle (quattro su ogni lato), di cui solo le ultime due ospitano altari, dedicati a San Gerardo e al Sacro Cuore di Gesù. Superato l'arco trionfale, ai lati della navata si aprono due penitenzierie, sovrastate da loggette, prima di giungere all'altare maggiore, dominato dalla scultura policroma della titolare sistemata in nicchia. Di un certo interesse storico-artistico sono: l'acquasantiera in marmo bianco, riportante la data MDCXXXllll; il pulpito esagonale in noce intagliato, realizzato nel 1916 dal falegname maranese Francesco Moio; un antico dipinto su tavola raffigurante la titolare, nella cappella a Lei dedicata. Dell'antico Convento si rinvengono ancora notevoli tracce. A livello planimetrico è evidente la forma del chiostro addossato alla parete Sud della Chiesa, intorno al quale si sviluppano i vari reparti. Ancora intatta è l'ala occidentale, con il lungo corridoio coperto da volta a botte e con alcune celle adattate ad abitazione del parroco.
Fonte: "comune.quarto.na.it"
Fonte immagine: "mapio.net"