La Chiesa è dedicata alla Madonna del Monte Santo del Carmelo. Si affaccia sulla piazzetta Montesanto, epicentro e cuore pulsante della Pignasecca. L’edificio venne fondato dai Carmelitani oriundi siciliani, venuti a stare a Napoli a spese del Principe Caracciolo di Torella. Traferitisi nel piccolo borgo fuori Porta Medina (popolarmente meglio conosciuta come Porta Pertuso, una delle porte della cerchia muraria, demolita nel 1846 per allargare via Toledo), nel 1646 acquisteranno casa e giardino di un certo Annibale Cannavale, rasi al suolo in luogo di edificarci la nuova Chiesa, iniziata dall’architetto Pietro De Marino e terminata nel 1673. Dionisio Lazzari compirà il lavoro della cupola nel 1680. Il Convento fu abbandonato dai Carmelitani durante la soppressione degli Ordini religiosi del 1861 e ripreso nel 1870 dai Padri Barnabiti. La Chiesa si presenta a croce latina con quattro cappelle per lato. Le opere di Paolo De Matteis occupano le prime cappelle a destra e a sinistra, ritraenti “L’Angelo Custode” ed un “Miracolo di Sant’Antonio da Padova”, in cui il Santo francescano fa resuscitare un uomo ammazzato per scagionare il padre di costui, ingiustamente accusato dell’omicidio. Nella seconda cappella a sinsitra si trova il sepolcro con busto di Carlo Franchi, Conte d’Aquila e di Montorio, avvocato del foro di Napoli del XVIII secolo. Una bellissima “Madonna delle Grazie”, giacché rovinata attribuibile a Francesco Solimena, è dipinta su lavagna e sta nella terza cappella a destra. A sinistra, invece, è la cappella dedicata a Santa Cecilia, e sull’altare della stessa un dipinto di Giuseppe Simonelli ritrae la Santa che suona un organo. Alle pareti si possono ammirare opere di Giuseppe Castellano, del 1721, che ritraggono “Santa Cecilia e lo sposo Valeriano” a destra, ed il “Martirio della Santa” a sinistra. Nel transetto, vi è un dipinto della “Sacra Famiglia davanti all’Eterno”, di Giovanni della Torre. Al centro del presbiterio, un ricchissimo altare in marmi policromi e due aperture laterali costruite assieme alla Chiesa in marmo rosso di broccatello. Ma l’effetto culmine nella zona del transetto è il gruppo di legno scolpito ritraente “La Crocifissione”; ai lati del Cristo un San Giovanni Evangelista e la Madonna Gran Madre di Dio. In sacrestìa si custodisce ancora la statua di San Gaetano da Thiene, un tempo collocata all’apice di Porta Pertuso, come uno dei tanti ex-voto che il popolo sacrificò alla devozione per lo scampato pericolo dalla peste datata 1656.
Fonte: "storiacity.it"
Fonte immagine: "panoramio.com"