La splendida Chiesa del Gesù Nuovo si trova nella omonima piazza, ricca di capolavori che comprende anche il gotico Monastero di Santa Chiara e l’affascinante Guglia dell’Immacolata. Edificata verso la fine del Cinquecento e più importante esempio del Barocco napoletano nonché più importante Chiesa costruita dai Gesuiti a Napoli, è stata così chiamata per differenziarla da un altro tempio dedicato al Cristo, subito denominato del Gesù Vecchio. Lo stile ibrido con cui è stata progettata, fece sì che l’Architetto Valeriano, responsabile del progetto, fu accusato di aver eseguito i disegni imitando le opere che Bramante e Michelangelo avevano realizzato a Roma. La facciata è molto caratteristica, in bugnato con tre grandi portali, ciascuno dei quali relativo a una delle tre navate interne, ma soprattutto protagonista di un mistero tutto napoletano svelato solo qualche anno fa. Il suo magnifico bugnato, che anni fa finì anche sul retro delle diecimila lire, riporta dei segni, delle scritte sul cui significato per secoli c’è stato un alone di mistero. C’era chi parlava di occulto, chi di alchimia e chi dei segreti che i maestri pipernai si trasmettevano oralmente. Altri sostenevano che le scritte sarebbero servite a convogliare le energie positive dall’esterno all’interno dell’edificio. Altri, invece, sostenevano che fossero solo i simboli delle diverse cave di piperno dalle quali provenivano le pietre. In realtà, i segni incisi sulle bugne sono lettere dell’alfabeto aramaico, la lingua parlata da Gesù, che possono essere anche “suonate”. Essi sono solo sette e ognuno corrisponde a una delle note. Lette in sequenza da destra a sinistra e dal basso verso l’alto, guardando la Chiesa, le incisioni possono essere tradotte in note e la loro combinazione crea una musica della durata di quasi tre quarti d’ora. Questa pergamena a cielo aperto è stata decifrata da uno storico dell’arte, Vincenzo De Pasquale, specializzato nel Rinascimento napoletano, che ha lavorato assieme a un Padre Gesuita ungherese, esperto di aramaico, nella cittadina ungherese di Eger, quasi ai confini con l’Ucraina. Un musicologo ungherese, Lòrànt Réz, è poi riuscito a far concordare lettere e note, abbozzando lo spartito: un concerto per strumenti a plettro (mandole e affini) che fu anche eseguito tempo fa proprio nella chiesa per celebrare la scoperta. L’interno del Gesù Nuovo è sontuoso, con tantissime decorazioni policrome e marmi preziosi. In tutto vi sono undici cappelle laterali con altrettanti altari, anch’essi ricchi di decorazioni. Nella cappella della Visitazione si celebra il culto di San Giuseppe Moscati, ricercatore, medico e docente universitario, canonizzato da Giovanni Paolo II il 25 ottobre del 1987. In questa Chiesa, egli si raccoglieva in preghiera ogni mattina prima di cominciare la giornata di lavoro. I suoi resti mortali furono collocati in un’urna bronzea realizzata da Amedeo Garufi; nel 1990, Pier Luigi Sopelsa realizzò una statua in bronzo del Santo, che rende la sua figura presente ai fedeli che credono molto nelle sue grazie. Gli affreschi sono veramente splendidi: quelli della sagrestìa sono di Aniello Falcone, quelli della volta di Antonio Vaccaro e Massimo Stanzione, mentre quello che si estende su tutta la parete d’entrata, la “Cacciata di Eliodoro dal tempio”, è di Francesco Solimena. Ma ciò che rapisce completamente gli occhi all’interno della Chiesa del Gesù Nuovo è l’altare maggiore, un vero gioiello prezioso, innalzato nel 1854. Al centro si delinea la maestosa statua della Vergine, adagiata su un grande globo con affianco sei imponenti colonne di alabastro colorato. Alla base vi sono tre bassorilievi in bronzo, tra cui in evidente mostra la riproduzione de “L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci e otto medaglioni bronzei a forma di conchiglia, con altrettanti busti di Santi. Da notare anche i due coretti laterali e le due cantorie con i grandi organi. Una strana leggenda, insieme alle credenze popolari, vede nella statua dell’Immacolata Concezione una figura che va ben oltre ciò che è palesemente visibile a tutti. Pare che soltanto in alcuni momenti del giorno, grazie ad un particolare gioco di luci ed ombre, ma anche ad una speciale prospettiva, si possa intravedere in questa statua l’immagine della morte.
Fonte: "napolidavivere.it - 10cose.it"
Fonte immagine: "tournapoli.it – fotoeweb.it"