Il castello feudale si erge maestoso nelle sue imponenti mura quadriturrite, in dimensioni ridotte, e richiama la mole del Maschio Angioino di Napoli. Misura circa quaranta metri per lato e ad ogni angolo si eleva una torre a forma circolare della medesima altezza delle mura delle cortine. Sulle torri si possono ancora rilevare tracce dell’originale merlatura che ne decorava la sommità. La severa mole è circondata da ampio e profondo fossato dove, un tempo, circolava l’acqua che dalla sorgente "Condotti", site alle pendici del monte Burrano, giungeva al castello e serviva sia per uso degli abitanti, sia per alimentare il fossato. Ciò rendeva più difficile l’assalto al castello. I quattro lati e le quattro torri erano munite di saiettere a doppia apertura in modo che dall’interno era possibile esercitare l’offesa in tutte le direzioni. La facciata principale, ora deturpata da orribili finestre, è rivolta a Nord e dominava un tempo l’abitato che allora si estendeva ai piedi del monte Longano. Si accedeva al castello mediante un ponte levatoio, ora sostituito con quello in muratura, che attraversava il fossato. Sotto le torri vi sono ampi sotterranei che furono adibiti un tempo a prigione e a depositi, ed ora sono completamente interrati. Il pianterreno era adibito a scuderia ed alloggi per il presidio. Il primo piano aveva molte sale decorate da artistiche pitture ed affreschi, e un maestoso salone nel lato occidentale dell’edificio, ora ridotto a più vani adibiti ad usi svariati. Sicché nessuna traccia rimane delle ricche opere d’arte che conteneva, all’infuori di qualche frammento logoro e scolorito. Il grande riceveva luce da quattro balconi, forse originali, che si notano tuttora nel lato orientale.
Fonte: "web.tiscalinet.it/prolocodurazzano"
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