Percorrendo la trafficata via Marina, ci si imbatte in due torri cilindriche. Sono quello che rimane del Castello del Carmine, così nominato perché pressoché adiacente al Convento del Carmine Maggiore, costruito già nel 1283, ma anche detto “Sperone”. Fu voluto da Re Carlo III di Durazzo nel 1382, per difendere la parte meridionale delle mura cittadine e destinato da subito al solo uso militare, a differenza delle altre fortezze della città che prevedevano anche alloggi di lusso, destinati all’occorrenza alla famiglia reale. A cavallo delle mura orientali era già presente Castel Capuano, che però non aveva la possibilità di difendere la fascia costiera e la zona portuale, controllata ad occidente dal Castel Nuovo, che era anche residenza reale. Nel corso dei secoli, il progetto iniziale, che prevedeva due torri cilindriche, un elevato torrione e mura merlate congiunte da robusti blocchi di piperno, subì diversi rimaneggiamenti, di cui il primo più consistente nel 1484, in concomitanza con l’ampliamento delle mura della città (21 torrioni e 4 porte) ad opera di Ferdinando I d’Aragona; oggi (2017), sopravvivono solo 14 torrioni e le imponenti Porta Nolana e Porta Capuana. Il torrione principale fu riedificato in forma quadrata nel 1512, dopo essere stato danneggiato da un’alluvione. Solo nel corso del Seicento, il Castello fu in parte rimodernato e reso più confortevole per ospitare capitani di ventura più esigenti. Tra gli eventi più celebri che si sono svolti in questa sede si ricordano: la proclamazione della “Serenissima Real Repubblica Napolitana” che, però, durò solo alcuni giorni; la congiura di Macchia, nel 1707, che anticipò l’arrivo degli Austriaci; l’occupazione delle truppe francesi di Championnet nel 1799; lo strenuo tentativo di resistenza del contingente borbonico di stanza ai Mille di Garibaldi. Nel 1906, gran parte dell’antico Castello fu demolito per rettificare l’ultimo tratto di corso Garibaldi.
Fonte: "grandenapoli.it"
Fonte immagine: "travelweare.com"