Il complesso Basilicale di Cimitile è caratterizzato dal concentramento in un’area di circa 9000 mq di ben sette edifici di culto, di età paleocristiana e medioevale, dedicati ai Santi Felice, Calionio, Stefano, Tommaso e Giovanni, ai Santissimi Martiri e alla Madonna degli Angeli sui quali domina la parrocchiale costruita alla fine del 1700. Nucleo originario del complesso è la tomba di San Felice che fu sepolto, alla fine del III secolo, nella necropoli a nord di Nola. Nato da padre orientale, Felice ne ereditò il patrimonio con il fratello Ermia, ma i due seguirono vocazioni diverse, abbracciando l’uno la carriera militare, l’altro quella ecclesiastica. Durante le persecuzioni Felice amministrò la chiesa locale per l’assenza forzata del vescovo Massimo che si era rifugiato sui monti. Imprigionato, riuscì miracolosamente a fuggire grazie all’intervento di un angelo, soccorse l’anziano vescovo e lo riportò in città, dopo averlo ristorato con un grappolo d’uva prodigiosamente maturato fuori stagione. Alla morte del vescovo Massimo, essendo ormai ritornata la pace, Felice rinunciò a succedergli nella carica in favore del prete Quinto. Dopo aver vissuto gli ultimi anni della sua vita nella povertà ascetica, Felice morì il 14 Gennaio di un anno a noi sconosciuto. La deposizione della sua salma nel sepolcreto a nord di Nola determinò la trasformazione dell’impianto per la costruzione di nuovi mausolei che successivamente condizionarono lo sviluppo del santuario. La prima chiesa, nata come aula del corpo, venne costruita con orientamento nord-sud, sfruttando la distruzione di tre mausolei. La tomba di San Felice venne così a trovarsi in posizione eccentrica rispetto all’asse dell’aula "ad corpus". Introno alla metà del IV secolo, ad Est dell’aula fu realizzato un secondo edificio di culto con tre navate e l’abside ad est. Il culto per il Santo e la necessità di spazi da destinare alla sepoltura determinarono una forte attività nell’area, ma fu con l’arrivo di Ponzio Meropio Paolino, vescovo di Nola dal 409 al 431, che sorse un grandioso complesso: Paolino restaurò gli esistenti edifici di culto e costruì una nuova basilica, nota come basilica nova. Per venire incontro alle esigenze dei numerosi pellegrini, lastricò la strada che conduceva a Nola, costruì alloggi per i profughi e restaurò l’acquedotto proveniente da Avella. Eresse inoltre numerosi ambienti monastici per ospitare quanti volevano condividere con lui il ritiro nella preghiera presso la tomba di San Felice.
Fonte: "diocesinola.it"
Fonte immagine: "diarioviaggi.eu"