Il nome deriva dal nome greco Κύμη (Kýmē), che significa “onda”, facendo riferimento alla forma della penisola sulla quale è ubicata. Il territorio dove sorse questa colonia greca, fu abitato fin dall'età preistorica e protostorica. Fra tutte le colonie elleniche della Magna Grecia, Cuma, posta sul litorale campano di fronte all'isola di Ischia, era una delle più antiche e più lontane dalla madrepatria. In linea di massima, si pensa che sia stata fondata intorno al 740 a.C., anche se la più antica documentazione archeologica risale al 725-720 a.C. Secondo la leggenda, i fondatori di Cuma furono gli Eubei di Calcide, che sotto la guida di Ippocle di Cuma (è dibattuto se si sia trattato di Cuma euboica o di Cuma eolica) e Megastene di Calcide, scelsero di approdare in quel punto della costa perché attratti dal volo di una colomba o secondo altri da un fragore di cembali. Tali fondatori trovarono un terreno particolarmente fertile ai margini della pianura campana. Pur continuando le loro tradizioni marinare e commerciali, i coloni di Cuma rafforzarono il loro potere politico ed economico proprio sullo sfruttamento della terra ed estesero il loro territorio contro le mire dei popoli confinanti. Intimamente legato a Cuma è il mito della Sibilla Cumana. Già dal terzo libro dell'Eneide è scritto che Enea, se vorrà finalmente trovare la terra destinata al suo popolo dagli dei, dovrà recarsi ad interrogare l'oracolo di Cuma (Eneide, III, 440-452). Attualmente, l'Antro della Sibilla costituisce un'attrazione turistica di notevole interesse.
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