Spaccanapoli è il Decumano Inferiore di Napoli. “Decumanus”, così detto per indicare semplicemente la strada proveniente dalla direzione di Cuma, con l'originaria progettazione che questa dovesse procedersi da Est verso Ovest. Indicazione estremamente corretta se si osserva la dislocazione territoriale della strada, che effettivamente trova origine sul colle di Santa Lucia al Monte. Il suo toponimo così curioso, “Spaccanapoli”, lo si deve al fatto che letteralmente taglia in due tutta quanta la città, se si ha modo di osservarla dalla Certosa di San Martino o da Castel Sant'Elmo. Cambia nome sette volte e deve necessariamente esser diviso in tre zone diverse, disposte in successione l'una a seguito dell'altra, le quali, dall'alto del Monte, discendono a gradi verso il mare, incastrandosi a vicenda con i versanti che invece, in senso opposto, procedono ammantati da patrimonio immobiliare fondato su pendio a pallonetto. Queste tre zone sono: la “regio Albinensis”, detta “di Donn'Albina”, corrispondente all'area insediata da architettura antica e moderna tutt'attorno a via Benedetto Croce, che la penetra e l'attraversa da parte a parte, con epicentro individuato alle spalle del mastodontico Complesso Basilicale di Santa Chiara; la “regio Nilensis”, ovvero la zona Nilo, dominata dalla chiesetta conventuale di Sant'Angelo sulle scomparse fosse alessandrine e col puntatore massimo rappresentato dal Corpo di Napoli (statua del Dio Nilo); la zona di San Gregorio Armeno, detta augustale, per esser questa la zona dove, presumibilmente, è andato perduto per sempre nelle sottofondazioni del Complesso monastico di San Gregorio, l'antichissimo santuario legionario romano dedicato alla Dea Cerere, fondato in età augusto-claudio. Proprio in San Gregorio, strade e stradine si intrecciano tra le varie case magnatizie appartenute alle famiglie blasonate del Regno, che pur abitandole, mai hanno potuto altrimenti possedere la zona più grande e più antica d'Europa, con lo schema urbanistico sistemato per la prima volta dagli antichi greci, sopraggiunto intatto all'era moderna, motivo per cui, nel 1985, tutto quanto il Centro Storico di Napoli, attraversato e tagliato in due da Spaccanapoli, è stato iscritto nella World Heritage List, divenendo il Centro Storico UNESCO di Napoli. Il percorso di Spaccanapoli in superficie è accompagnato in sottosuolo da un condotto conosciuto come “Acquedotto della Bolla”, di cui se ne sa il decorso a partire dalla fondazione della chiesa di Santa Caterina a Formiello (XVI secolo); il condotto acquifero sotterraneo, nei punti del cuore insediativo del Decumano Inferiore, fu usato come rifugio antiaereo durante i bombardamenti alleati del 1943.
Fonte: "storiacity.it"
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